📚📚Un pò di Storia 📚📚
📚📚 COEMM & CLEMM 📚📚
Intervista a Maurizio Sarlo, segretario generale del COEMM
E’ sereno, determinato, affettuoso, lucidissimo. Dopo oltre tre ore di conferenza, abbraccia realmente i suoi estimatori, impazienti di avere una foto con lui. Come una star. Maurizio Sarlo ha evidentemente toccato i cuori di tantissime persone che hanno messo in piedi, in quasi tutti i comuni d’Italia, un Circolo Locale Etico Mondo Migliore (Clemm). Niente altro che un piccolo circolo, composto da 11 persone, che si riunisce mensilmente per trattare tematiche d’interesse generale. Ce ne sono più di 12 mila nel Paese. Ciascun componente fa una donazione mensile di 1 euro al “Comitato Organizzatore Etico Mondo Migliore” (Coemm), l’associazione “madre” di cui è segretario generale Sarlo. Ovvero 12 euro all’anno: meno dell’iscrizione alla maggior parte delle associazione culturali e l’equivalente, più o meno, di un paio di gratta e vinci.
Ciascun componente dei Clemm s’impegna altresì ad «allinearsi» ai principi di etica, altruismo, riservatezza e buona comunicazione. Per far parte di un progetto ambizioso, che si propone di creare un «mondo migliore», solidale ed ecosostenibile, agendo sui pilastri della società e della vita di tutti: alimentazione, salute, ambiente ed istruzione. In ciascuno di questi campi, il sodalizio sostiene e sviluppa programmi fortemente innovativi.
Per quel che riguarda il cibo, ad esempio, sostiene: la ricerca di prodotti sempre più genuini e compatibili con le “intolleranze” che colpiscono fette sempre più grandi della popolazione; la creazione di gruppi d’acquisto di prodotti agricoli naturali e biologici; lo sviluppo di agricoltura senza pesticidi e il divieto d’uso degli stessi. In campo sanitario il Coemm supporta la ricerca di metodi nuovissimi, promuovendo tecnologie rivoluzionarie, così come in campo ambientale. E anche sull’istruzione il Coemm ha le idee chiare, puntando alla modifica dell’attuale sistema scolastico in modo da far emergere le potenzialità di ogni singolo alunno e renda ancora più importante e gratificante il ruolo degli insegnanti. Inoltre, il Coemm si propone di assicurare a ciascuna persona iscritta ai Clemm, un «diritto di dignità» di 1.500 euro al mese.
Il progetto Coemm e il suo segretario generale Maurizio Sarlo sono venuti alla ribalta nazionale da qualche mese per l’attenzione, al limite dell’accanimento, che alcuni programmi televisivi hanno loro riservato. E soprattutto, proprio per la quota mensile promessa. Sarlo è stato accusato, fra le altre cose, di millantare accordi con partner finanziari inconsistenti e di illudere migliaia di persone. Ma lui non pare essere stato scalfito dalla polemica. Che, anzi, sembra lo abbia rafforzato. E continua a percorrere in lungo e in largo l’Italia affiancato da un economista di riconosciuta fama, Antonino Galloni, che spiega come questo progetto sia realistico e necessario al fine di superare un capitalismo che, dal 1981 in poi, per scelte ben precise ha voltato le spalle alla stragrande maggioranza della popolazione mondiale, ai lavoratori.
Abbiamo incontrato Maurizio Sarlo subito dopo la conferenza tenutasi a dicembre a Davoli, cittadina del basso jonio catanzarese.

Dott.Sarlo, che cos’è il Coemm e cosa si prefigge?

Il progetto Coemm è promosso da un’associazione che vuole creare un mondo migliore. Siamo una rete solidale di soggetti che non fanno parte dell’associazione madre, ma sono soggetti autonomi che intendono seguire questo progetto culturale che si propone di abbattere la povertà nel mondo e creare le basi per una cultura che sia degna della solidarietà e della dignità umana. Vogliamo creare uno di questi circoli per ogni comune italiano.

Nella storia molti movimenti si sono posti l’obiettivo di abbattere la povertà. Cosa le fa credere che il Coemm possa riuscirci?

Perché abbiamo capito qual è l’equilibrio naturale che serve a fare in modo che i costi – che sono le infrastrutture e i servizi strategici del Paese, quindi il comparto pubblico – debbano essere equilibrati ai benefici. Per cui se io stampo (moneta, n.d.a) e creo la strada, do il beneficio alla collettività che crea quello Stato, se la strada è gratuita. Così in ogni comparto. Quindi bisogna creare equilibrio e stampando (moneta, n.d.a) noi diamo la dimostrazione che uno Stato che si crea su questo equilibrio può essere senz’altro lo Stato che abbatte la povertà. L’unico stato al mondo che lo può fare è l’Italia.

Perché proprio l’Italia?

Perché l’italiano ha sempre rappresentato l’eccellenza nella praticità. L’Italiano dimostra al mondo d’essere il numero uno perché dall’agricoltura alle nanotecnologie, riesce ad incanalare la nostra creatività nella praticità. Abbiamo purtroppo delegato alla politica attivista e di partito, quelle fasi che portano a disgregare tutta la praticità di questa creatività. Noi dobbiamo, attraverso questi circoli che stiamo promuovendo in tutta Italia, dire che la politica è la più grande delle arti. E alla politica dobbiamo portare saggezza, creatività, lungimiranza.

 Il Coemm si trasformerà in un movimento politico?

No, non lo faremo mai perché vogliamo continuare ad essere pungolo a chiunque fa politica. Però vogliamo fare politica di tipo culturale, quindi vogliamo essere li, sederci ad un tavolo con pari dignità con quanti, crediamo, dicano delle emerite sciocchezze.

Non essendoci stata una selezione, come può assicurarsi che tutti i Clemm siano allineati non solo nella donazione di un euro, che è una sciocchezza, ma anche nel seguire i principi cardine di etica, altruismo, riservatezza e buona comunicazione?

Lo possiamo fare se crediamo ad alcuni valori che si esprimono con la praticità. Alle nostre conferenze tutti i partecipanti, dalla massaia al professionista, rimangano seduti oltre tre ore ad ascoltare. I nostri principi sono sani, non facciamo populismo. Laddove la cellula ricetrasmittente ovvero il circolo Clemm di zona, vada fuori da quei principi o da quei valori, inevitabilmente il corpo progettuale la espelle. Siamo sicuri, come sta avvenendo, che la selezione è naturale.

Veniamo al diritto di dignitĂ , quei 1.500 euro che il Coemm promette di elargire ai singoli componenti dei circoli. Alla luce del polverone mediatico sollevato, era necessario svelare subito questo aspetto?

Tante persone si sono unite dal principio al progetto proprio perché io sono stato dall’inizio coerente. Si possono avere 1.500 euro al mese (non cumulabili e da spendere negli esercizi commerciali che aderiranno al sistema, n.d.a.) perché è un diritto di dignità che molti Paesi stanno già provando ad implementare. Addirittura in Svizzera c’è stato un referendum sull’argomento: gli elvetici hanno bocciato la proposta di 2.500 euro di diritto di dignità perché evidentemente non ne hanno bisogno anzi, avessero avviato questo meccanismo sarebbero magari stati invasi da italiani e stranieri.

Questo diritto di dignità proviene da partner finanziari che scommettono sul progetto. Perché questi partner finanziari dovrebbero investire sul capitale umano?

Io ho fatto un patto in cui il valore è espresso in concretezza. Quindi non si tratta di teoria. Devo dimostrare che 11 persone, in tutti i comuni italiani, ogni mese fanno un certo tipo di incontro, promuovono temi culturali, si fanno una foto evidenziando il coraggio di mettere la faccia, versano un euro come atto simbolico per contribuire al progetto. Tutte cose che hanno un valore che si esprime in gruppo d’acquisto. E qual è quel pazzo del mercato che non investirebbe su una cosa del genere? Noi abbiamo fatto un patto perché sappiamo che il mercato scommette. Questi patto sarà da noi contrattualmente rispettato nel momento in cui avremo davvero allineato ai succitati principi un numero di massa critica che sarà impossibile abbattere dopo.

Si tratta di una specie di moneta complementare?

Esatto, si tratta di una moneta completamente elettronica, parte di un circuito. Dimostreremo altresì agli amici che credono in questo progetto che esistono prodotti innovativi, genuini e convenienti come il pane che possono mangiare anche gli intolleranti al glutine o la cioccolata che può mangiare anche il diabetico, piuttosto che il combustore che produce energia in un certo modo. Tutte cose che noi presenteremo e dimostreremo in tempi rapidissimi.

Esistono dei progetti di moneta complementare in Italia (Sardegna) o anche in Svezia. Ha dei punti di riferimento in questo senso?

Si c’è un qualche riferimento, al “Sardex” piuttosto che allo “Scec” . Questi progetti sono però partiti in maniera verticistica e non dalla base: hanno quindi creato prima la moneta e poi il resto. Noi invece stiamo partendo dal valore, dai principi. Le persone sposano questi principi e ciò crea una massa critica talmente forte da poter poggiar sopra qualsiasi altro valore. E la moneta non è altro che un valore, che però diventa disvalore quando è spesa male.

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