Dott.Sarlo, che cos’è il Coemm e cosa si prefigge?
Il progetto Coemm è promosso da un’associazione che vuole creare un mondo migliore. Siamo una rete solidale di soggetti che non fanno parte dell’associazione madre, ma sono soggetti autonomi che intendono seguire questo progetto culturale che si propone di abbattere la povertà nel mondo e creare le basi per una cultura che sia degna della solidarietà e della dignità umana. Vogliamo creare uno di questi circoli per ogni comune italiano.
Nella storia molti movimenti si sono posti l’obiettivo di abbattere la povertà . Cosa le fa credere che il Coemm possa riuscirci?
Perché abbiamo capito qual è l’equilibrio naturale che serve a fare in modo che i costi – che sono le infrastrutture e i servizi strategici del Paese, quindi il comparto pubblico – debbano essere equilibrati ai benefici. Per cui se io stampo (moneta, n.d.a) e creo la strada, do il beneficio alla collettività che crea quello Stato, se la strada è gratuita. Così in ogni comparto. Quindi bisogna creare equilibrio e stampando (moneta, n.d.a) noi diamo la dimostrazione che uno Stato che si crea su questo equilibrio può essere senz’altro lo Stato che abbatte la povertà . L’unico stato al mondo che lo può fare è l’Italia.
Perché proprio l’Italia?
Perché l’italiano ha sempre rappresentato l’eccellenza nella praticità . L’Italiano dimostra al mondo d’essere il numero uno perché dall’agricoltura alle nanotecnologie, riesce ad incanalare la nostra creatività nella praticità . Abbiamo purtroppo delegato alla politica attivista e di partito, quelle fasi che portano a disgregare tutta la praticità di questa creatività . Noi dobbiamo, attraverso questi circoli che stiamo promuovendo in tutta Italia, dire che la politica è la più grande delle arti. E alla politica dobbiamo portare saggezza, creatività , lungimiranza.
 Il Coemm si trasformerà in un movimento politico?
No, non lo faremo mai perché vogliamo continuare ad essere pungolo a chiunque fa politica. Però vogliamo fare politica di tipo culturale, quindi vogliamo essere li, sederci ad un tavolo con pari dignità con quanti, crediamo, dicano delle emerite sciocchezze.
Non essendoci stata una selezione, come può assicurarsi che tutti i Clemm siano allineati non solo nella donazione di un euro, che è una sciocchezza, ma anche nel seguire i principi cardine di etica, altruismo, riservatezza e buona comunicazione?
Lo possiamo fare se crediamo ad alcuni valori che si esprimono con la praticità . Alle nostre conferenze tutti i partecipanti, dalla massaia al professionista, rimangano seduti oltre tre ore ad ascoltare. I nostri principi sono sani, non facciamo populismo. Laddove la cellula ricetrasmittente ovvero il circolo Clemm di zona, vada fuori da quei principi o da quei valori, inevitabilmente il corpo progettuale la espelle. Siamo sicuri, come sta avvenendo, che la selezione è naturale.
Veniamo al diritto di dignitĂ , quei 1.500 euro che il Coemm promette di elargire ai singoli componenti dei circoli. Alla luce del polverone mediatico sollevato, era necessario svelare subito questo aspetto?
Tante persone si sono unite dal principio al progetto proprio perché io sono stato dall’inizio coerente. Si possono avere 1.500 euro al mese (non cumulabili e da spendere negli esercizi commerciali che aderiranno al sistema, n.d.a.) perché è un diritto di dignità che molti Paesi stanno già provando ad implementare. Addirittura in Svizzera c’è stato un referendum sull’argomento: gli elvetici hanno bocciato la proposta di 2.500 euro di diritto di dignità perché evidentemente non ne hanno bisogno anzi, avessero avviato questo meccanismo sarebbero magari stati invasi da italiani e stranieri.
Questo diritto di dignità proviene da partner finanziari che scommettono sul progetto. Perché questi partner finanziari dovrebbero investire sul capitale umano?
Io ho fatto un patto in cui il valore è espresso in concretezza. Quindi non si tratta di teoria. Devo dimostrare che 11 persone, in tutti i comuni italiani, ogni mese fanno un certo tipo di incontro, promuovono temi culturali, si fanno una foto evidenziando il coraggio di mettere la faccia, versano un euro come atto simbolico per contribuire al progetto. Tutte cose che hanno un valore che si esprime in gruppo d’acquisto. E qual è quel pazzo del mercato che non investirebbe su una cosa del genere? Noi abbiamo fatto un patto perché sappiamo che il mercato scommette. Questi patto sarà da noi contrattualmente rispettato nel momento in cui avremo davvero allineato ai succitati principi un numero di massa critica che sarà impossibile abbattere dopo.
Si tratta di una specie di moneta complementare?
Esatto, si tratta di una moneta completamente elettronica, parte di un circuito. Dimostreremo altresì agli amici che credono in questo progetto che esistono prodotti innovativi, genuini e convenienti come il pane che possono mangiare anche gli intolleranti al glutine o la cioccolata che può mangiare anche il diabetico, piuttosto che il combustore che produce energia in un certo modo. Tutte cose che noi presenteremo e dimostreremo in tempi rapidissimi.
Esistono dei progetti di moneta complementare in Italia (Sardegna) o anche in Svezia. Ha dei punti di riferimento in questo senso?
Si c’è un qualche riferimento, al “Sardex” piuttosto che allo “Scec” . Questi progetti sono però partiti in maniera verticistica e non dalla base: hanno quindi creato prima la moneta e poi il resto. Noi invece stiamo partendo dal valore, dai principi. Le persone sposano questi principi e ciò crea una massa critica talmente forte da poter poggiar sopra qualsiasi altro valore. E la moneta non è altro che un valore, che però diventa disvalore quando è spesa male.
L'articolo 📚Un pò di Storia 📚 COEMM & CLEMM – Intervista a Maurizio Sarlo, segretario generale del COEMM 1 febbraio 2017 proviene da COEMM.