Post del Fondatore
Dopo soli 70 anni, i migliori della storia conosciuta per ciò che riguarda il progresso tecnologico, ci si interroga se quel testo venga rispettato… o lo sia mai stato.
Oggi, il Premio Nobel per la Pace viene assegnato alla giovane attivista yazida (zona a nord dell’Iraq dove 5.000 persone furono trucidate dai nuovi barbari dell’ISIS) Nadia Murad.
Unitamente a questa nobile quanto triste storia moderna, sulla prima pagina di oggi del Corriere della Sera, accanto a questa notizia, c’è la foto e intervista interna alla filosofa, linguista, psicoanalista, romanziera, filosofa, Julia Kristeva (nata in Bulagaria ma cresciuta a Parigi, dove sposa nel ‘67 l’editore della intellettuale rivista “Tel Quel” Philippe Sollers).
La kristeva viene a Milano per ritirare una Laurea Honoris Causa, concessa con grande “laudatio” dallo IULM del Capoluogo Lombardo.
Le due notizie di cui sopra sono molto collegate fra loro, perché la Kristeva viene premiata dai Magnifici Rettori dell’Università IULM (Emeriti e attuali) come “icona più rappresentativa di una cultura europea particolarmente incisiva nell’ultimo scorcio del secolo scorso; un’intellettuale che è riuscita a far dialogare la cultura strutturalismo con la teoria critica tedesca della scuola di Francoforte, portandole fino alle soglie del nuovo secolo”.
La Kristeva, nell’intervista, afferma che ci troviamo in specie di tardo medioevo, dove non contano più i grandi ideali, soffocati dalla finanziarizzazione dell’economia e della rivoluzione digitale. In questo stato di cose la politica si riduce a showbiz o carnevale. Donald Trump ne è l’espressione più mirata, ma non da meno (a mio avviso) lo sono i vari finti innovatori alla Macron, o alla Salvini, o alla Di Maio. Ma, alla fine, la Kristeva rilancia la speranza per tutti, con una Lectio Magistralis che intitola “Esiste la cultura Europea”.
Beh, io, pur rispettando e condividendo molta parte degli assunti della Kristeva, non mi sento totalmente in linea con la sua teoria della “cultura Europea”, perché di cultura e specialmente di quella da porre a modello per tutti, ne scelgo solo una: quella italiana. Una cultura che nasce e si sviluppa nel corso dei millenni grazie a ciò che la modifica costantemente. Oltre agli Esseri Umani che la vivono, infatti, serve concentrarsi su tutto ciò che li penetra e condiziona, ovvero: il clima, il paesaggio, gli alimenti e le bevande, l’arte e la musica che ne conseguono e, parimenti, quella invisibile ma reale frequenza data dalla loro energia. Ovvio, che intendo la cultura della miglior Italianità (non certo, per ora, da quella di finanzieri e di politicanti vecchi e nuovi); bensì quella della “maggioranza silenziosa e operosa” che si fa mediatore della simpatia che conquista le culture del Mondo e che ben si esprime con le parole “Made in Italy”.
Noi del programma COEMM, oggi anche PVU, intendiamo proporre la saggia e creativa cultura Italiana al resto delle culture del Mondo, in un confronto aperto e solidale con tutti, ma che tenga conto di profonde novità strutturali nell’oramai tempo del cambio di paradigma economico-sociale e finanziario; cambio obbligato sul quale, gli Esseri Umani, Ff devono poggiare le loro esistenze in Terra.
Solo dalla migliore Italianità può scaturire la novità sociale per tutti e, ciò, non per denigrare le altre culture, bensì per aiutarci tutti a cercare di riflettere e ottenere il meglio da ciascuna cultura del Mondo.
La novità COEMM e PVU è legata ad un cambio di paradigma che tenga conto del Valore Umano sopra a qualsiasi altro, ma in simbiosi con tutti gli altri (minerale, vegetale, animale e, per chi lo accetta, anche spirituale). Un valore che deve poter fare un grande salto quantico in avanti, passando dai totalitarismi, capitalismi, finte democrazie ad una evoluta “ETI-CRAZIA”: concetto coniato dalla parola etica (quella dei più saggi filosofi della storia) e dalla parola crazia (potere), ovvero quel saggio potere della miglior etica che l’umanità deve saper porre all’interno dell’economia e di ogni altra riforma dei comparti sociali per far vivere i singoli in quella sorta di Gan-Eden possibile per tutti.
Non sarà certo facile che questi “semi di riflessioni italica” possano dare frutti immediati. Ma certo è che sia possibile “seminare”!
La semina del Progetto COEMM, ora programma anche del Partito Valore Umano, ha già dimostrato i primi rigogliosi frutti .
A breve prenderà corpo anche il “frutto” più eclatante del Progetto COEMM, per diventare oggetto di attenzioni italiane, europee e mondiali: chiamato MCS (Micro Credito Sociale).
Un “credito” concesso a “Plinti e Colonne” di un progetto umanitario e sociale che vuole contribuire a creare i presupposti della circolarità della nuova economia reale. “Plinti e Colonne” che hanno compiuto e promosso un primo grande salto culturale per diventare “esempio pilota” per il resto dell’Umanità!
A chi pensa e dice che tutto questo sia utopia, rispondiamo che, per noi, la vera utopia irrealizzabile è quella della realtà umana vissuta fino ad oggi e di quella proposta dagli attuali vertici del politichese e della eco-finanza del turbo capitalismo.
Con saggia teoria, il sottoscritto e chi ha preso a seguire il programma COEMM, sappiamo di percorrere una strada che porterà presto ad un bivio con solo 2 strade: la prima prenderà la destinazione di un ottimo tentativo, ma diretto al fallimento; la seconda al premio Nobel per l’economia.
Io propendo per la via numero 2.
Oggi, si deve e si può!