Riflessioni della Presidente COEMM INT’L Maura Luperto
Ci sono persone che riescono sempre a farti fare quello che vogliono. Improvvisamente ci si ritrova incastrati in impegni del tipo: dare una mano per un lavoro pesante, fare da autista perché non hanno l’auto ecc….. tutto corredato da frasi amorevoli: “se non ci fossi stato tu non so come avrei fatto”.
Sono tattiche manipolatorie. La captio benevolentiae ossia la sviolinata e le lusinghe servono a catturare la disponibilità degli altri con frasi falsamente modeste: “Io non sono capace, tu invece sei bravissimo, non so come fai”.
Poi il manipolatore sa spingersi oltre: “ Se me lo dicevi per tempo, riuscivo ad organizzarmi” (senso di colpa) – “Se questa è la tua decisione, la rispetto, è evidente che di me non ti importa” (ricatto affettivo).
Il manipolatore ti disorienta, ti confonde a volte inconsapevolmente, è un talento il suo! Allora bisogna osservare le sue “sceneggiate” più che le parole, facendo una distinzione tra la realtà e la teatralità. In questo modo diventa più facile prendere le distanze e svincolarsi dalle situazione nelle quali tenta di coinvolgerci. Osservare il linguaggio del corpo è fondamentale, perché il manipolatore cerca con lo sguardo l’assenzo degli altri, evitare gli sguardi girando la testa oppure abbassare gli occhi con fare distratto senza parlare lo farà desistere dall’insistere oltre. E se cerca di coinvolgerci con domande dirette gli si risponde con un silenzioso mezzo sorriso.
Maura Luperto 3 ottobre 2018
Sono tattiche manipolatorie. La captio benevolentiae ossia la sviolinata e le lusinghe servono a catturare la disponibilità degli altri con frasi falsamente modeste: “Io non sono capace, tu invece sei bravissimo, non so come fai”.
Poi il manipolatore sa spingersi oltre: “ Se me lo dicevi per tempo, riuscivo ad organizzarmi” (senso di colpa) – “Se questa è la tua decisione, la rispetto, è evidente che di me non ti importa” (ricatto affettivo).
Il manipolatore ti disorienta, ti confonde a volte inconsapevolmente, è un talento il suo! Allora bisogna osservare le sue “sceneggiate” più che le parole, facendo una distinzione tra la realtà e la teatralità. In questo modo diventa più facile prendere le distanze e svincolarsi dalle situazione nelle quali tenta di coinvolgerci. Osservare il linguaggio del corpo è fondamentale, perché il manipolatore cerca con lo sguardo l’assenzo degli altri, evitare gli sguardi girando la testa oppure abbassare gli occhi con fare distratto senza parlare lo farà desistere dall’insistere oltre. E se cerca di coinvolgerci con domande dirette gli si risponde con un silenzioso mezzo sorriso.
Maura Luperto 3 ottobre 2018