Non è difficile individuare la risata sana, quella che fa bene alla salute. È aperta e spontanea, libera da inibizioni e giudizi razionali, ma soprattutto svincolata da falsi bisogni e secondi fini, come quello di essere accettati, di apparire più brillanti o estroversi, di aderire a tutti i costi alle convenzioni sociali. La risata buona è un atto liberatorio che veicola soltanto benessere.
Si esalta nelle vocali aperte la “A”, la “O”, e la “U”.
Ridere in “A” (ha ha ha), o ridere di cuore, fa bene al muscolo cardiaco e facilita la respirazione e la circolazione sanguigna.
La risata in “O” (oh, oh, oh) o risata di pancia, risuona nel ventre agendo positivamente sul l’apparato digerente, ma anche sulle ghiandole surrenali e sul pancreas. Ridere in “U” (uh, uh, uh) scioglie le tensioni della zona genitale e sessuale.
La risata “cattiva”, al contrario, non è affatto libera, bensì condizionata dal pensiero e dal giudizio e spesso esprime un vero e proprio disagio di fondo.
In “E” (eh, eh, eh) può manifestare amarezza, in “I” (ih, ih, ih) sarcasmo, mentre a bocca chiusa (mmmmh, ssssh) denuncia un blocco e un’inibizione dell’energia vitale.
Maura Luperto 16 luglio 2018