Dedicato a chi ha dovuto subire i sieri del “PandeLoro” (non certo dobbiamo sentirla come una “pande-mia”)!
“Non abbiate paura”, recitava spesso un Santo di nome Giovanni Paolo II. A tutti quelli che hanno dovuto subire l’obbligo voluto da Vigliacchi, Ignavi e Ignoranti io dedico una delle Parabole che sono state assegnate a Gesù. Proprio perché è un “passo” dei tanti Vangeli che danno una grande fede: questo, del Vangelo di Marco (Mc 7,14-23), recita così:
“In quel tempo, Gesù, chiamata di nuovo la folla, diceva loro”: «Ascoltatemi tutti e comprendete bene! Non c’è nulla fuori dell’uomo che, entrando in lui, possa renderlo impuro. Ma sono le cose che escono dall’uomo a renderlo impuro».
Oltre a tale immensa riflessione (che da forza a chi inizia a capire quanto ogni siero è prodotto solo per il business della malattia), le Parabole dei Vangeli ce ne hanno consegnate molte altre.
E, quelle che mi piace ricordare di più, sono quelle che fanno la base al principio cardine dell’economia circolare: la parabola dei Talenti e quella sul tributo a Cesare.
Ricordate, quella dei talenti?
Matteo 25,14-30
Avverrà come di un uomo che, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e consegnò loro i suoi beni. A uno diede cinque talenti, a un altro due, a un altro uno, a ciascuno secondo la sua capacità, e partì.
Colui che aveva ricevuto cinque talenti, andò subito a impiegarli e ne guadagnò altri cinque.
Così anche quello che ne aveva ricevuti due, ne guadagnò altri due. Colui invece che aveva ricevuto un solo talento, andò a fare una buca nel terreno e vi nascose il denaro del suo padrone. Dopo molto tempo il padrone di quei servi tornò, e volle regolare i conti con loro. Colui che aveva ricevuto cinque talenti, ne presentò altri cinque, dicendo: Signore, mi hai consegnato cinque talenti; ecco, ne ho guadagnati altri cinque. Bene, servo buono e fedele, gli disse il suo padrone, sei stato fedele nel poco, ti darò autorità su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone. Presentatosi poi colui che aveva ricevuto due talenti, disse: Signore, mi hai consegnato due talenti; vedi, ne ho guadagnati altri due. Bene, servo buono e fedele, gli rispose il padrone, sei stato fedele nel poco, ti darò autorità su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone. Venuto infine colui che aveva ricevuto un solo talento, disse: Signore, so che sei un uomo duro, che mieti dove non hai seminato e raccogli dove non hai sparso; per paura andai a nascondere il tuo talento sotterra; ecco qui il tuo. Il padrone gli rispose: Servo malvagio e infingardo, sapevi che mieto dove non ho seminato e raccolgo dove non ho sparso; avresti dovuto affidare il mio denaro “ai banchieri” (hmm, secondo me questa frase è stata tradotta male 😉) e così, ritornando, avrei ritirato il mio con l’interesse. Toglietegli dunque il talento, e datelo a chi ha i dieci talenti. Perché a chiunque ha sarà dato e sarà nell’abbondanza; ma a chi non ha sarà tolto anche quello che ha. E il servo fannullone gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti.
…..
E a me viene questa riflessione: non è forse questo l’assunto su cui dobbiamo riflettere, quando trattiamo l’argomento legato al Diritto di Dignità?
E quella dei Tributi?
Dal Vangelo (Mt 22, 15-21)
In quel tempo i farisei se ne andarono e tennero consiglio per vedere come cogliere in fallo Gesù nei suoi discorsi. Mandarono dunque da lui i propri discepoli, con gli erodiani, a dirgli:
— Maestro, sappiamo che sei veritiero e insegni la via di Dio secondo verità. Tu non hai soggezione di alcuno, perché non guardi in faccia a nessuno. Dunque, di’ a noi il tuo parere: è lecito, o no, pagare il tributo a Cesare?
Ma Gesù, conoscendo la loro malizia, rispose:
— Ipocriti, perché volete mettermi alla prova? Mostratemi la moneta del tributo.
Ed essi gli presentarono un denaro.
Egli domandò loro:
— Questa immagine e l’iscrizione, di chi sono?
Gli risposero:
—Di Cesare.
Allora disse loro:
— Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio.
….
E a me viene da riflettere: che fine fa Cesare e i tanti “Cesare” che stanno ai vertici delle Genti da sempre?
Ecco, oggi, insieme a Voi tutti, che avrete tempo e pazienza per leggere queste riflessioni, riporto all’idea d’esser fieri di chiamarvi Capitani e P.O. (Persone Ospiti) di un circolo culturale e “salotto culturale” CLEMM*. Perché non costa nulla, ma da la netta sensazione d’essere nel posto giusto al momento giusto.
Maurizio Sarlo
Fondatore COEMM
*CLEMM (Comitato Locale Etico Mondo Migliore)

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