Riflessioni della Presidente COEMM INT’L Maura Luperto
Tutte le notti…….”Polvere sei e polvere ritornerai “….. è indispensabile. Perché durante questa “morte temporanea chiamata sonno” noi “polverizziamo” la nostra mente, la smaterializziamo per ricondurre le esperienze vissute durante il giorno al loro corrispettivo energetico. In questo modo le trasformiamo in energia, le utilizziamo poi per rigenerarci. E rinasciamo ogni mattina rinnovati. La questione è semplice. Come l’intestino anche il cervello deve digerire la vita di cui si è nutrito, altrimenti la mente si appesantisce e si ingolfa e si rischia di non dormire.
Questo succede quando il mondo dei pensieri non accetta di arretrare, quando ci ancoriamo troppo al passato e alle abitudini, o ci fissiamo su certe idee…. i pensieri diventano come sassi che inceppano la macina. Pezzi di vita, proteine cerebrali e circuiti nervosi costruiti durante il giorno per fissare in noi i ricordi e le esperienze che non si lasciano plasmare durante la notte. È l’Io che non si arrende di fronte all’arrivo del sonno, non accetta di cedere. È la nostra identità, quella di superficie, a cui siamo fortemente attaccati, non è fatta per durare ma noi la scambiano per un riferimento insostituibile. Allora facciamo fatica a dormire perché chiudiamo gli occhi e giunge il timore di perderla.
Il cervello di chi soffre d’insonnia ragiona così e il sonno diventa una lotta: da una parte la vita che scorre, la trasformazione, dall’altra tutte le nostre resistenze. Rilassarsi e far riposare il corpo è uno scopo secondario del sonno, è un aspetto marginale perché quando ci addormentiamo noi invertiamo la rotta, nel senso che elaboriamo di notte il prodotto accatastato di giorno. Nel silenzio, al buio, generiamo noi stessi. E con l’alba che nasce nel nuovo giorno anche in noi sorge qualcosa di completamente nuovo.
Siamo noi, ma rinnovati. Ecco perché questo processo così delicato non va disturbato con i sonniferi, che danno l’illusione di un sonno profondo ma inceppano questo raffinato meccanismo intasando il nostro cervello di sostanze tossiche con effetti collaterali a cascata.
Maura Luperto 7 agosto 2018
Questo succede quando il mondo dei pensieri non accetta di arretrare, quando ci ancoriamo troppo al passato e alle abitudini, o ci fissiamo su certe idee…. i pensieri diventano come sassi che inceppano la macina. Pezzi di vita, proteine cerebrali e circuiti nervosi costruiti durante il giorno per fissare in noi i ricordi e le esperienze che non si lasciano plasmare durante la notte. È l’Io che non si arrende di fronte all’arrivo del sonno, non accetta di cedere. È la nostra identità, quella di superficie, a cui siamo fortemente attaccati, non è fatta per durare ma noi la scambiano per un riferimento insostituibile. Allora facciamo fatica a dormire perché chiudiamo gli occhi e giunge il timore di perderla.
Il cervello di chi soffre d’insonnia ragiona così e il sonno diventa una lotta: da una parte la vita che scorre, la trasformazione, dall’altra tutte le nostre resistenze. Rilassarsi e far riposare il corpo è uno scopo secondario del sonno, è un aspetto marginale perché quando ci addormentiamo noi invertiamo la rotta, nel senso che elaboriamo di notte il prodotto accatastato di giorno. Nel silenzio, al buio, generiamo noi stessi. E con l’alba che nasce nel nuovo giorno anche in noi sorge qualcosa di completamente nuovo.
Siamo noi, ma rinnovati. Ecco perché questo processo così delicato non va disturbato con i sonniferi, che danno l’illusione di un sonno profondo ma inceppano questo raffinato meccanismo intasando il nostro cervello di sostanze tossiche con effetti collaterali a cascata.
Maura Luperto 7 agosto 2018